Kiwi

Uno si chiama Kiwi, l'altro Litchi. Questi due adolescenti vivono, senza un adulto al loro fianco, in una società che, per ospitare i Giochi Olimpici, ha deciso di radere al suolo le baraccopoli e i loro abitanti.

Con le sue parole semplici, Kiwi ci mette di fronte alle disuguaglianze sociali ed emotive della vita quotidiana di bambini che vagano in una società in cui il liberalismo regna sovrano.
Nonostante la gravità delle parole di Kiwi, Daniel Danis le vede comunque come una storia di speranza: "Non importa quanto tu sia oscuro, è possibile costruire una casa, che è una metafora di te stesso, della costruzione del tuo essere".

Le opere teatrali di Daniel Danis sono messe in scena in tutto il mondo e tradotte in circa quindici lingue.
Il linguaggio di Daniel Danis è unico, crudo e comico, a tratti sorprendente e conferisce ai personaggi una dimensione poetica ed eroica. La vita quotidiana, a volte sordida, diventa allora per Danis una ricerca senza fiato di sé e di amore.

"Il freddo mi fissa. Sotto le coperte, mi dico che se muovo ancora le dita dei piedi, mi morderà la pelle."