Entrambi hanno seguito percorsi simili, iniziando come virtuosi sui loro strumenti tradizionali, poi esplorando i mondi più antichi del violino barocco e del clavicembalo, prima di concentrarsi sul repertorio e sugli strumenti del cosiddetto periodo “classico”, cioè il violino suonato da Mozart, Beethoven e Paganini, e il fortepiano, un nuovo strumento creato in questo periodo che si è evoluto molto rapidamente tra il 1770 e il 1850, prima di evolversi più lentamente nel pianoforte di oggi. Diversi CD acclamati dalla critica punteggiano questo percorso artistico:
"Su strumenti d'epoca (...), la violinista Nicole Tamestit e il pianista Pierre Bouyer compiono miracoli di poesia, intelligenza condivisa e sensibilità sintonizzata (...) Seguono con gioia e sensibilità le linee piene e sciolte con un senso della linea e della pulsazione che non ha nulla da invidiare a Goldberg/Lupu (Decca), o anche a Grumiaux/Haskil, in un'interpretazione moderna" (Revue DIAPASON).
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