La storia di Saint-Jean-Cap-Ferrat
Fino alla fine del XIX secolo, la frazione di Saint-Jean era un villaggio di pescatori e agricoltori appartenente al comune di Villefranche-sur-Mer. All’epoca, la Compagnie Générale des Eaux vi costruì un lago artificiale di 20.000 m³, alimentato dal fiume Vésubie: la vegetazione si diversificò e divenne più fitta, rendendo la zona molto meno arida e rocciosa. Cap-Ferrat divenne una delle mete escursionistiche preferite dai nizzardi e sorsero località di villeggiatura.
Nel 1860, la contea di Nizza entrò a far parte della Francia e Saint-Jean si separò da Villefranche nel 1904 per diventare un comune a sé stante. Si chiamò prima Saint-Jean-sur-Mer, poi Saint-Jean-Cap-Ferrat nel 1907.
Da allora, il villaggio accolse ricche famiglie straniere attratte dal clima mite (inglesi, russi, belgi, ecc.), che vi costruirono grandi proprietà. Cominciarono a fiorire alberghi di lusso. Intorno al 1950, la località divenne una stazione balneare e fu frequentata in estate anche da celebrità internazionali.
Molti artisti hanno soggiornato a Saint-Jean-Cap-Ferrat, tra cui Matisse, Chagall e Picasso. Jean Cocteau è il nome più associato alla città. I suoi affreschi adornano le pareti di Villa Santo Sospir, dove era un assiduo frequentatore, e la sala matrimoni del municipio.
Charlotte Salomon, pittrice di origine tedesco-ebraica, fu ospite dell’Hotel Belle Aurore (oggi Hôtel et Spa La Villa Cap Ferrat) per due anni, prima di essere deportata ad Auschwitz all’età di 26 anni: la sua vita ha ispirato il romanzo “Charlotte” di David Foenkinos.